La Corte ha deciso che Google ha violato la Sezione 2 del Sherman Act mantenendo il proprio monopolio in due mercati di prodotti negli Stati Uniti: i servizi di ricerca generali e la pubblicità testuale di ricerca generale. Questa violazione è avvenuta tramite l’uso di accordi di distribuzione esclusivi. La Corte ha ritenuto Google responsabile per i Capi I e III dell’Amended Complaint dei querelanti statunitensi.
La Corte prima ha affermato che Google detiene un potere monopolistico nei mercati dei servizi di ricerca generali e della pubblicità testuale di ricerca generale. Gli accordi di distribuzione di Google con sviluppatori di browser, OEM (Original Equipment Manufacturers), e operatori di telefonia mobile sono stati considerati esclusivi e con effetti anticoncorrenziali, contribuendo al mantenimento del monopolio di Google.
Google ha utilizzato il suo potere monopolistico per imporre prezzi supracompetitivi per la pubblicità testuale di ricerca generale, ottenendo così profitti monopolistici, e non ha fornito giustificazioni pro-competitive valide per i suoi accordi di distribuzione esclusivi.
In conclusione, la Corte ha riconosciuto la responsabilità di Google per il mantenimento del monopolio tramite pratiche anticoncorrenziali in due mercati,