L’Antitrust fa ricorso contro Roma Capitale per l’affidamento diretto ad ATAC

AGCM, Comunicato in merito al mancato adeguamento di Roma Capitale al parere motivato espresso dall’Autorità ex articolo 21-bis della legge n. 287/1990



L’Autorità, il 31 ottobre 2023, ha deliberato di rendere un parere motivato a Roma Capitale, ai sensi dell’articolo 21-bis della legge n. 287/1990, in merito alla Decisione della Giunta Capitolina n. 67 del 9 agosto 2023 e alla Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 159 del 19 ottobre 2023, aventi a oggetto l’approvazione della relazione ai sensi dell’articolo 14, comma 3, del d.lgs. n. 201/2022 e la scelta dell’affidamento in house quale modalità di gestione del servizio di trasporto pubblico locale (non periferico) sul territorio di Roma Capitale, per le annualità dal 2024 al 2027.


Nel proprio parere, l’Autorità ha ritenuto che le valutazioni svolte da Roma Capitale a supporto della decisione di affidare nuovamente ad ATAC S.p.A. i servizi di trasporto pubblico locale non periferico non siano sufficienti né idonee ad assolvere agli oneri istruttori e motivazionali richiesti dall’articolo 14, commi 2 e 3, del d.lgs. n. 201/2022, sia con riguardo agli aspetti quantitativi e qualitativi dell’offerta, sia in merito alle ragioni economico-finanziarie dell’affidamento in house, anche tenuto conto dei risultati delle precedenti gestioni da parte del medesimo operatore.


Roma Capitale, con comunicazione del 20 dicembre 2023, ha ribadito la legittimità dei provvedimenti contestati, ipotizzando anche l’obiettivo di prevedere, alla fine del periodo del prossimo affidamento, l’apertura al mercato per l’intera gestione del servizio di trasporto pubblico locale attualmente oggetto di affidamento in house.


L’Autorità, pur apprezzando l’intenzione di Roma Capitale di non escludere l’indizione di una procedura di gara alla scadenza del prossimo affidamento, ha ritenuto che le informazioni fornite dall’ente non siano sufficienti a far venire meno le violazioni riscontrate nel parere motivato, trattandosi, allo stato, di mere dichiarazioni di volontà. Pertanto, nella sua adunanza del 10 gennaio 2024, l’Autorità ha deliberato di proporre ricorso al TAR territorialmente competente contro le delibere oggetto del citato parere motivato.

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