Consiglio di Stato, sez. 5, sentenza n. 2815 del 23 giugno 2016 Continue reading
Monthly Archives: Giugno 2016
Demansionamento e pubblico impiego: la Cassazione apre uno spiraglio dopo la riforma Brunetta?
La sentenza riportata si riferisce ad una fattispecie ante D.Lgs. 150/2009, ma la differenza con il regime attuale induce a ritenere che secondo la Corte qualcosa è cambiato. Continue reading
Per il risarcimento da responsabilità del medico, il termine decorre da quando la malattia è percepita
Corte di Cassazione Civile, sez. 3, sentenza n. 12991 del 23 giugno 2016 Continue reading
Per l’indennità di rischio radiologico deve essere provata l’esposizione al rischio, per il personale non medico e non TSRM
Corte di Cassazione Civile, Sez. L, sentenza n. 13064 del 23 giugno 2016 Continue reading
La clausola che prevede la sola restituzione degli interessi usurari, è nulla
Corte di Cassazione Civile, sez. 1, sentenza n. 12965 del 22 giugno 2016 Continue reading
La Procura presso la Corte dei Conti può chediere un provvedimento d’urgenza per ridurre le strutture complesse, se l’attività non è discrezionale.
Assicurazione medica: la clausola clams made non è vessatoria
Corte di Cassazione, Sezioni Unite, sentenza n. 9140 del 9 maggio 2016<!–more–>
Nel contratto di assicurazione della responsabilità civile la clausola che subordina l’operatività della copertura assicurativa alla circostanza che tanto il fatto illecito quanto la richiesta risarcitoria intervengano entro il periodo di efficacia del contratto o, comunque, entro determinati periodi di tempo, preventivamente individuati (c.d. clausola clams made mista o impura) non è vessatoria; essa, in presenza di determinate condizioni, può tuttavia essere dichiarata nulla per difetto di meritevolezza ovvero, laddove sia applicabile la disciplina di cui al decreto legislativo n. 206 del 2005, per il fatto di determinare, a carico del consumatore, un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto
Il parere del Comitato dei Garanti non è necessario per il licenziamento disciplinare
Corte di Cassazione, sez. L, sentenza n. 12108 del 13 giugno 2016 Continue reading
La minaccia del datore di denuncia ai carabinieri, non invalida le dimissioni del lavoratore, se il diritto è esercitabile e se il fine è previsto dall’ordinamento
Corte di Cassazione Civile, sez. L, sentenza n. 12215 del 14 giugno 2016 Continue reading
Nel caso di sanzione ad una società in controllo pubblico, sussiste il danno erariale se l’ente pubblico si fa carico (anche indirettamente) di pagare l’importo.
Corte dei Conti, Sezione II giurisdizionale centrale d’appello, sentenza n. 586 del 7 giugno 2016 Continue reading
E’ competente il giudice ordinario per controversie inerenti nomine fiduciarie di dirigenti apicali
Corte di Cassazione, SS.UU., ordinanza n. 11713 del 8 giugno 2016 Continue reading
Sanzioni per oltre 14,5 milioni di euro ad Acea, Edison, Eni, Enel energia e servizio elettrico per pratiche aggressive nella fatturazione dei consumi
Con sanzioni per complessivi 14milioni e 530.000 euro, l’Antitrust ha concluso quattro procedimenti – avviati a luglio 2015 sulla base di numerose segnalazioni di singoli consumatori e diverse associazioni di consumatori – nei confronti di cinque big dell’energia: Acea, Edison, Eni, Enel Energia ed Enel Servizio Elettrico. I provvedimenti riguardano i meccanismi di fatturazione e le ripetute richieste di pagamento per bollette non corrispondenti a consumi effettivi, nonché gli ostacoli frapposti alla restituzione dei rimborsi.
Nel corso del procedimento, l’Aeegsi (Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico) ha reso un articolato parere, nell’ambito della collaborazione prevista dal Protocollo di intesa tra le due Autorità, che ha permesso all’Antitrust di individuare e accertare distinte pratiche aggressive. Nelle attività ispettive, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato s’è avvalsa anche della collaborazione del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.
A conclusione della sua istruttoria, l’Agcm ha accertato che le cinque società hanno posto in essere una prima pratica commerciale aggressiva: e cioè una gestione inadeguata delle istanze e delle comunicazioni di clienti finali che lamentavano la fatturazione di consumi di elettricità o di gas naturale divergenti da quelli effettivi. Questa era dovuta a deficienze del processo di fatturazione, a malfunzionamenti dei sistemi informatici e alla mancata sospensione delle attività di riscossione (sollecito, messa in mora e distacco, talvolta senza preavviso) nell’attesa di una risposta chiara, puntuale ed esaustiva. Nel caso di conguagli di elevato importo, inoltre, le imprese non avevano adottato misure per attenuare l’impatto della bolletta, senza informare adeguatamente gli utenti sulla possibilità di rateizzare né sui termini di pagamento più lunghi.
Secondo l’Antitrust, tali comportamenti hanno violato il diritto del cliente a ricevere un’adeguata ed effettiva assistenza e verifica dei propri consumi, prima di procedere al pagamento delle fatture contestate e, pertanto, costituiscono pratiche commerciali aggressive. Ciò in quanto l’incombente minaccia dell’avvio o della prosecuzione delle procedure di riscossione costituisce, a parere dell’Autorità, un indebito condizionamento delle scelte del consumatore in merito al pagamento dei consumi non verificati e alla presentazione delle istanze e delle comunicazioni
L’art. 18 non si applica al pubblico impiego
Corte di Cassazione Civile, sez. L, sentenza n. 11868 del 9 giugno 2016 Continue reading
E’ la banca che deve provare di aver fornito specifiche informazioni, se vi è la contestazione da parte del cliente
Corte di Cassazione, sez. 1, sentenza n. 11578 del 6 giugno 2016 Continue reading