PNRR e tracciabilità opere pubbliche: com’è andata fino ad oggi?

Riproponiamo un intervento fatto a dicembre sulla tracciabilità delle opere pubbliche, mediante un’analisi dei dati sul CUP, il codice unico di progetto che serve a tracciare la spesa.

Per il testo scritto, vi invitiamo a leggere il seguente post: https://iusmanagement.org/2020/12/20/monitoraggio-opere-pubbliche-un-optional/

SmartCIG: quali stazioni appaltanti li usano di più?

Si pubblica una tabella con l’elenco delle prime 10.000 stazioni appaltanti in Italia che utilizzano di più lo smartcig e un’altra con quelle che utilizzano di più gli affidamenti tra 39.000 e 40.000 euro; gli elenchi sono stati redatti sulla base della somma degli importi (quindi non per numerosità) dei lotti affidati e identificati con smartcig (fonte: dati.anticorruzione.it).

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Gli appalti in Italia e i criteri di scelta del contraente

Si pubblicano i risultati di un’analisi condotta sulla base dei dati messi a disposizione dall’ANAC e relativi ai bandi degli appalti e contratti pubblicati nel 2020 da tutte le stazioni appaltanti italiane (oltre 13.000 quelle del dataset). Più in particolare, ANAC dichiara che “i dataset BandiCIG contengono i dati essenziali sulle gare di valore superiore a 40.000E pubblicate nel periodo di riferimento” (nel caso concreto nel 2020)

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Monitoraggio opere pubbliche? Un optional


Da più esponenti di governo è stata pronunciata l’espressione “monitoraggio opere pubbliche” negli ultimi mesi, fino alla costituzione di una (santa?) Alleanza contro la corruzione, per evitare “l’accaparramento dei fondi pubblici”.
Non entro nel merito dell’iniziativa, ma a volte le soluzioni sono più semplici di ciò che si pensa.
Per il monitoraggio delle opere pubbliche dal 2003 è attivo un sistema tanto semplice quanto geniale: il CUP, cioè il codice unico di progetto.

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